15 maggio 2008
Violante : Su Schifani si all'informazione
Violante: «Su Schifani sì all’informazione, no agli insulti»
Massimo Solani Unità 15/05/08
«Il giornalismo che scade nella diffamazione non è mai apprezzabile». Risponde così Luciano Violante quando gli si chiede un commento alla decisione dell’Agcom di aprire una istruttoria contro Marco Travaglio per la sua apparizione a “Che tempo che fa”. «Dire che nella carica di presidente del Senato dopo il signor X, possono arrivare solo la muffa o i lombrichi è un insulto».
Però è innegabile che le polemiche contro Travaglio non hanno riguardato l’espressione sui lombrichi o la muffa quanto invece i rapporti del presidente del Senato Schifani con personaggi legati alla mafia.
«Il presidente ha annunciato di voler presentare querela, deciderà la magistratura. Si può dire ciò che si ritiene giusto, ma bisogna dirlo con rispetto delle persone. La notizia dei rapporti fra Schifani e persone condannate alcuni anni dopo per mafia era già stata pubblicata in passato. Ma è professionalmente corretto utilizzare il fatto vero per lanciarsi in giudizi spregiativi su un qualsiasi cittadino? Io sono contro ogni forma di censura, sia chiaro. Ma se un giornalista insulta qualcuno, non può invocare l’immunità, né chiedere solidarietà a chi di quel qualcuno è un avversario politico. La lotta politica è cosa diversa dall’insulto».
Ma è a questo che si riferiva quando, a proposito dell’apparizione di Travaglio alla trasmissione di Rai 3, aveva parlato di “pettegolezzi”?
«Mi riferivo al modo in cui si è comunicata quella informazione. Un modo scandalistico, tra l’altro autolesionista perchè toglie autorevolezza al giornalista e peso all’informazione che si vuol dare. Travaglio nella trasmissione di Fazio, faceva pubblicità ad un suo lavoro e ad un suo spettacolo teatrale ma l’invettiva, l’insulto, hanno trasformato il giornalista in un agitatore. La vicenda che riguarda il presidente Schifani, per decisione di quest’ultimo, verrà decisa dalla magistratura. Resta l’abuso del diritto d’informazione. In democrazia ogni diritto trova un limite nel diritto altrui».
Il presidente del Senato ha reagito dicendo che qualcuno cerca di minare il dialogo fra governo e opposizione. Secondo lei, che è stato presidente della Camera, non sarebbe stato meglio spiegare quegli addebiti nel tentativo di fugare ogni dubbio?
«Il presidente Schifani aveva già risposto a precise domande dei giudici sulla vicenda. E le sue risposte sono state pubblicate, anche da “l’Unità”. La contesa che ha aperto Travaglio, con i suoi insulti, non ha niente a che fare con il giornalismo d’informazione. E diffido di quelli che si ergono a tribunali morali della nazione. A volte, ma non è questo il caso, si rivelano degli immorali. Lirio Abbate nel suo libro aveva riportato la notizia, e così aveva fatto anche Travaglio nel libro che presentava da Fazio. Ma il modo in cui è stata comunicata a “Che tempo che fa”, accompagnata dall’insulto, è inaccettabile».
Non trova strano che mentre la politica con coro unanime ha attaccato Travaglio, gran parte della società civile si sia schierata in sua difesa attraverso i forum Internet, i blog e le lettere ai giornali?
«È un’opinione pubblica, che va rispettata, sulla quale hanno fatto più presa le accuse che gli insulti. In tutte le società esiste una vena critica del potere in quanto tale e chi si pone su questa lunghezza d’onda trova sempre consensi. Ma è pericoloso identificare il cittadino che scrive lettere o partecipa ai blog con la intera società civile. Un ampio consenso attorno a una certa posizione, significa che quella posizione è condivisa, ma non significa di per sè che quella posizione è corretta».
Ora Travaglio rischia di essere allontanato dalla Rai. Cosa ne pensa?
«Ha ragione, torniamo a Travaglio. Non sono un suo estimatore, come si vede, ma spero che non accada. La sanzione per aver espresso un’opinione, anche la più inaccettabile, non deve mai essere la privazione del diritto di parola, specie per un giornalista. Ci sono altri meccanismi per richiamare al rispetto delle regole chi le viola. La censura è sempre sbagliata ed è sempre molto pericolosa per la democrazia».
| inviato da TDS il 15/5/2008 alle 16:30 | |
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